Volontariato di Protezione Civile
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Formazione e Storia del Volontariato in Italia. Corsi ed info utili al Volontario
Le attività di previsione consentono di comprendere quali sono i fenomeni attesi‚ in particolar modo gli eventi meteorologici estremi. Per raggiungere questo obiettivo vengono utilizzati in maniera coordinata strumenti e tecniche sofisticate: la meteorologia applicata‚ le immagini satellitari‚ i radar meteorologici‚ i modelli idraulici‚ etc.
Gli strumenti di previsione e le reti di monitoraggio permettono di attivare un sistema di allerta e sorveglianza capace di mobilitare tempestivamente la protezione civile in caso di eventi previsti o in corso, la cui intensità superi determinate soglie di criticità. Il superamento di tali soglie attiverà le azioni previste nei piani di emergenza, con particolare attenzione alla salvaguardia della sicurezza delle persone.
In Italia è operativo un sistema di centri dedicati alla raccolta, monitoraggio e condivisione di dati meteorologici, idrogeologici e idraulici. Questa rete di centri forma il Sistema nazionale di allerta. La gestione di questo sistema è affidata al Dipartimento della Protezione Civile e alle Regioni, attraverso la rete dei Centri Funzionali, delle strutture regionali e dei Centri di Competenza. Ogni Regione definisce le procedure e le modalità di attivazione del proprio sistema di protezione civile a vari livelli: regionale, provinciale e comunale.
La prevenzione si riferisce a tutte le attività destinate a evitare o minimizzare i danni derivanti da eventi come alluvioni o frane. Le azioni preventive sono quindi orientate all'adozione di misure che mirano a eliminare o attenuare gli effetti attesi sul territorio.
Le misure preventive possono essere di tipo strutturale o non strutturale. Le prime comprendono opere di sistemazione, sia attive che passive, che hanno l'obiettivo di ridurre la pericolosità dell'evento, diminuendo la probabilità di accadimento o attenuandone l'impatto. Esempi di interventi strutturali includono argini, vasche di laminazione, sistemazioni idraulico-forestali e consolidamento dei versanti. Gli interventi non strutturali, invece, consistono in azioni mirate a ridurre i danni attraverso l'introduzione di vincoli che limitano l'espansione urbanistica in aree a rischio, la pianificazione di emergenza e la creazione di sistemi di allerta e reti di monitoraggio.
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